Spalle nude
e il seno freddo,
ti tieni i polsi con le mani.
La pelle è così secca che fa rumore.
Fuori dal bagno non c’è più nessuno.
Batti le mani sulle ginocchia per non perdere lucidità,
è quasi un solletico divertente, ancora e ancora.
Bocca amara.
Cibo silenzi e ombre tutti sopra alla stessa bilancia
che segna sempre il solito peso.
Lo specchio gira nella testa come una giostra.
Quando eri piccola correvi sempre sul cavallo più bello,
quello bianco.
Siamo all’ultimo giro, allucinazioni.
Libera di sognare altrove,
tutte le notti con l’incertezza di svegliarmi.
Libera di uscire da quello specchio e accettare quel tocco,
quell’incastro. Tra la sua mano e la tua spalla.
Tutte le mattine, prima di uscire, stringo i denti
e alzo gli occhi al cielo: “Bella sei, Bella!”